Presentazione del libro "Bottega Bizantina. Gli anelli"
pubblicata sul blog di Daniele Dattola.
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crotonews 15/01/2012
Anelli bizantini e ceramiche inglesi svelano le tracce del passato
Le collezioni del museo Palopoli raccolti nei volumi curati da Margherita Corrado
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crotonews 15/01/2012
Anelli bizantini e ceramiche inglesi svelano le tracce del passato
Lo stesso assessore ha sottolineato come in un periodo di grave contrazione economica come quello che vivono gli enti pubblici, la valorizzazione delle identità locali e delle ricchezze culturali, molto spesso dimenticate, possa rappresentare un percorso di ricostruzione di quella sorta di pregiato “mosaico culturale” che un tempo caratterizzava l’intera provincia. Proprio in tale percorso si inserisce il lavoro svolto da Margherita Corrado, che ha svelato quello che può essere considerato un vero e proprio tesoro, custodito - e solo in parte svelato – presso il museo “Melissa Palopoli”, fondato da Ernesto e Palopoli nelle sale del palazzo di famiglia, situato in contrada Ciuranà (Crucoli).
Una collezione privata di preziosi reperti di età proto-bizantina quella della famiglia Palopoli, che dopo anni di silenzio ora torna lentamente a svelare a studiosi, appassionati e cittadini, aspetti e particolari poco conosciuti della Calabria medievale del VI e VII secolo. Ecco così che gli anelli della collezione Palopoli - raccolti nel primo volume della collana “Bibliotheca Umbriaticensis” (Edizioni “Città del Sole”) - svelano le credenze, i sogni e i valori di donne e uomini dei villaggi di tutta la Calabria e non solo, e che prima dell’epoca cristiana si portavano dietro anche nelle tombe, inconsapevoli e futuri testimoni della storia locale.
Come spiegato da Margherita Corrado, due le principali tipologie di anelli: amuleti e sigilli. Se i primi servivano per tenere lontani fantasmi e spirti maligni, gli altri venivano usati come “sigillo” per documenti e atti ufficiali. Il secondo volume invece raccoglie, con testi e foto dettagliate, alcuni pezzi della collezione privata di terraglie inglesi della famiglia Palopoli e provenienti un po’ da tutto il territorio regionale. Nata in Inghilterra a metà del Settecento con l’intento di imitare la porcellana orientale in bianco e blu, la terraglia ha dato vita a servizi da pranzo o tè, dapprima destinati ad un pubblico abbiente e poi diffusosi in tutta Europa, con tanto di imitazioni, anche di matrice italiana. “Attraverso gli stemmi impressi sui fondi di queste ceramiche – ha spiegato Margherita Corrado – è possibile ricostruire la provenienza geografica, il pregio qualitativo e la datazione storica; scoprendo anche le storie delle aziende che le producevano”.
Una forma di araldica della porcellana, curata nel volume dallo studioso Maurizio Carlo Alberto Gorra, che cha consentito di tracciare anche la storia del nucleo della raccolta Palopoli. Pezzi pregiati, provenienti dal catanzarese e risalenti alla prima metà del XIX secolo. Come sottolineato dalla stessa autrice dei volumi, ancora tanto c’è da studiare e valorizzare all’intera della grande collezione Palopoli; una sorta di scrigno di tesori e storia locale che si spera vengano valorizzati al più presto.
Come confermato dallo stesso Ernesto Palopoli, presente all’incontro di ieri, solo una parte del grande patrimonio di famiglia è stato allestito. Il museo infatti, attende ancora dei finanziamenti che consentano di ristrutturare gli altri piani del palazzo, allestire le sale tematiche e promuovere la struttura all’interno del panorama culturale nazionale.
Salvatore Ventura
ventura@crotonews.it
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